Il Porto : un Viaggio nel Douro
Una delle regioni vinicole paesaggisticamente più affascinanti è la valle del fiume Douro in Portogallo, famosa per la produzione del vino Porto.
Il fiume Douro nasce dai monti Picos de Urbión nella Spagna settentrionale, e scorre verso il Portogallo sfociando nell’Atlantico nei pressi della città di Porto. Nelle anse del fiume nascondono paesaggi incantevoli, tra macchia mediterranea e vigneti scoscesi.
La regione
diventa famosa a partire dal 1693, quando le tasse che Re Guglielmo III impose sui vini Francesi, a causa della guerra, costrinse i commercianti Inglesi a reperire vino a prezzi competitivi, trovando nel Portogallo, in buoni rapporti con l’Inghilterra, un buon fornitore di vino: iniziò così la grande fama del vino Porto.
La “vitis vinifera”
è stata molto probabilmente importata in Portogallo, dai Fenici.
Le tecniche di impianto e coltivazione nel Douro risalgono all’epoca romana, quando i genieri romani decisero di coltivare le viti sui pendii collinari, riservando il fondovalle ad altre coltivazioni.
Le pendenze elevate delle anse che costeggiano il fiume, costrinsero a edificare terrazzamenti delimitati da muri in pietra secca, In epoche più recenti la pietra venne sostituita da bastioni di terra a gradoni.
Ancora oggi è uno spettacolo percorrere le vie tortuose che seguono il fiume e ammirare gli imponenti terrazzamenti vitati che lo costeggiano.
La valle del Douro è stata una delle prime zone vinicole al mondo ad essere certificata per qualità.
Porto
Le tecniche di vinificazione dei vini fortificati risalgono all’epoca della grande navigazione oceanica. Le navi stivavano grandi quantità di vino in barili, che però, a causa dell’alta temperatura delle stive e della malconservazione, andavano a male.
Gli inglesi recuperarono dai monasteri benedettini e cistercensi un metodo già utilizzato in passato, che consisteva nell’aggiungere alcol etilico al vino fino ad aumentarne la gradazione a 18-20°.
Questo sistema impediva rifermentazioni e ossidazioni eccessive.
E’ così che nasce il Porto!
Tradizionalmente il Porto è frutto di un assemblaggio di uve provenienti da diversi vigneti, vinificate con tecniche differenti, e di diverse annate; ma recentemente si utilizza anche il metodo con uve proveniente da una sola tenuta.
La vendemmia
è manuale, anche per la difficoltà di raccolta dell’uva sui terrazzamenti collinari. L’uva non viene diraspata e le bucce vengono lasciate a macerare nel mosto. La fermentazione parte spontaneamente con lieviti indigeni, senza inoculo di fermenti selezionati, e viene bloccata nelle fasi iniziali con l’aggiunta di alcol etilico fino a stabilizzare la gradazione intorno ai 20°.
In questo modo il Porto conserva una dolcezza naturale con un grado alcolico noto, che impedisce rifermentazioni o crescite batteriche.
Il vino non viene filtrato, ma attende una sedimentazione per gravità delle fecce prima dell’imbottigliamento. La conservazione del Porto è effettuata nelle tradizionali pipas, barili da 434 litri, per un periodo oscillante dai 3 ai 50 anni.
L’Instituto dos Vinhos do Douro e do Porto
ha stabilito, in ordine di qualità crescente, categorie di Porto: bianco, ruby, tawny, colheita, LBV, e Vintage, il più pregiato.
Le categorie superiori si affinano nelle pipas da 434 litri, per periodi progressivamente crescenti, fino a 50 anni.
Il colore del vino nel tempo tende a modificarsi, dapprima si schiarisce perdendo le tonalità rosse proprie dell’uva, quindi assume un colore sempre più ambrato, tendente al miele di castagno.
Il porto bianco, normalmente giallo pallido quando è ancora giovane, col tempo tende a scurire diventando giallo-dorato tendente al castano.
L’aromaticità aumenta negli anni, arricchendosi di note di frutta secca, datteri, fiori appassiti.
L’elevata acidità iniziale gioca un ruolo fondamentale per la corretta evoluzione aromatica e il giusto affinamento. Le qualità più elevate terminano l’affinamento con un periodo in bottiglia.


