Biagio in viaggio – La Staffa

La Staffa

Nel comune di Staffolo – soprannominato il “Balcone della Vallesina” per lo splendido panorama costellato dai filari del vigneto che si ammira dalle mura del borgo medievale – esiste una realtà chiamata “La Staffa, l’azienda agricola di Riccardo Baldi orientata maggiormente alla produzione di vini a base di verdicchio e dalla forte identità territoriale. L’eccellenza di Staffolo, infatti, risiede proprio nel vino ottenuto da questo vitigno autoctono, conosciuto in tutto il mondo.

Riccardo, a soli vent’anni, eredita i terreni dei nonni e dei genitori implementandoli da solo con le proprie forze e con la propria dedizione alla viticoltura. Da dieci anni, con sacrificio e impegno, produce vini di altissima qualità e ottima fattura, sfruttando al meglio i terreni calcarei argillosi di Staffolo.

Riccardo Baldi titolare de La Staffa

Il terreno della zona del Verdicchio dei Castelli di Jesi doc è individuata in parte dal bacino geografico del fiume Esino e compreso tra 22 comuni di Ancona e 2 di Macerata, storicamente definiti “Castelli” perché orbitanti attorno alla figura di Federico II di Svevia. Ed è proprio qui che il verdicchio, uno dei vitigni a bacca bianca più importanti d’Italia e del mondo, matura alle migliori condizioni, in un terreno abbondante di carbonato di calcio che dona ai vini prodotti in questa zona un’elegante anima sapida. E proprio nel mese di Marzo 2023 abbiamo assaggiato nuovamente le etichette di Riccardo, godendo della sua compagnia e impossessandoci per un po’ delle sue nozioni e del suo amore nel raccontare i suoi vini.

Il Metodo Ancestrale de La Staffa e l’utilizzo del pied de cuve

Il Mai Sentito!” 2016 ha aperto le danze di degustazione: un Marche igt bianco composto dall’80% di verdicchio e 20% da trebbiano.

L’affezione di Riccardo per questo vino frizzante nasce già dalla fase di vendemmia, poiché le uve vengono raccolte da un particolare vigneto chiamato “Contrada Castellaretta”.

Dopo la raccolta e la pressatura delle uve avviene la fermentazione spontanea attraverso l’utilizzo di una tecnica particolare chiamata “pied de cuve”: nient’altro che uva selezionata a monte al momento della vendemmia per diventare starter di fermentazione. Questo processo aiuta gli addetti del settore ad indirizzare la fermentazione coadiuvandone la partenza, evitando intoppi durante l’innesco della stessa, dando equilibrio ai diversi elementi che si sprigionano in questa fase e limitando al contempo il ricorso ad altri elementi (come solfiti o lieviti secchi). Sul finire della fermentazione, il vino viene imbottigliato in modo che possa diventare frizzante. In questa fase – che generalmente può durare dai 14 ai 50 giorni – il vino rimane all’interno della cantina ad una temperatura controllata in modo da favorire il contatto tra il vino e le sue fecce. A questa ne segue una prima del commercio che è quella dell’affinamento, che nel caso del “Mai Sentito!” dura 6 mesi.

Questo metodo ancestrale – l’ultimo nato in casa La Staffa – non ha solo il merito di esprimere simpatia già al nome, ma ha anche il pregio di saper stupire per essere sempre in grande forma nonostante gli anni che passano. E del 2016 rimane il ricordo delle sue note al naso di lievito, mollica di pane abbrustolito e agrumi.

I Verdicchi dei Castelli di Jesi, i vini fermi de La Staffa

La degustazione è poi proseguita con il Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Classico Superiore “La Staffa, il prodotto tanto caro a Riccardo Baldi per incarnare il concetto di “bevibilità”. La sua fermentazione avviene in vasche di acciaio e di cemento, mentre l’affinamento avviene sulle proprie fecce per alcuni mesi. Un vino sicuramente espressivo del territorio in cui nasce, in cui i profumi agrumati al naso e in bocca si mischiano a quelli sapidi, freschi e floreali.

È stata poi la volta del “Rincrocca 2019” e del “Selva di Sotto 2019” (appena imbottigliato). Ancora una volta il Rincrocca si è dimostrato il simbolo delle potenzialità evolutive del verdicchio firmato La Staffa, in cui le uve sono soggette ad un’attenta selezione da una vigna impiantata nel 1972. La fermentazione avviene in vasche di cemento a cui segue l’affinamento che dura dodici mesi. In fase di degustazione il “Rincrocca 2019” ha saputo fregiarsi di grande slancio e vitalità, con sentori di frutta fresca a polpa bianca, sambuco, note agrumate e iodate, presentandosi comunque fresco e sapido ma con abbastanza morbidezza e persistenza. Caratteristiche, queste, che lo annoverano tra i Verdicchi dei Castelli di Jesi Riserva dal grande potenziale evolutivo.

Il “Selva di Sotto” è il Castelli di Jesi Verdicchio Riserva docg nato nella vigna di Riccardo Baldi più alta di Staffolo. Una vigna circondata da bosco e macchia mediterranea, che affonda le radici in un terreno ricco di pietre e scheletro. La particolarità del “Selva di Sotto” è il suo processo di vinificazione attraverso iperossidazione: invece di “preservare” il mosto dal suo decadimento, si sceglie di farlo rimanere più a lungo a contatto con l’ossigeno. Il risultato è un vino di grande stabilità e longevità, che immola le sue parti fresche aromatiche a favore di complessità e persistenza, peculiarità di un vino che contribuiscono a dar rilievo e valore ad un territorio che si è conquistato il prestigio nel corso del tempo.
Il “Selva di Sotto 2019”, imbottigliato da poco, stupisce per sentori di pesca, fiori bianchi, note di erbe aromatiche, rosmarino e una leggera salvia, elegantemente complesso, in “stile Chablis”.

Il colle del verdicchio di Staffolo

Gli altri vini de La Staffa

La degustazione è proseguita con l’Euphoria, il Marche Rosato igt definito da Riccardo come un “vino sexy e sbarazzino, fruttato ed elegante”, capace di restituire un ritratto spensierato dei colli di Staffolo e che invita a cogliere il senso “rosa” della vita.

L’unica etichetta rossa, il “Rubinia” composto da uve rosse locali, affina in barrique e tonneaux per due anni e riposa altri 24 mesi in bottiglia. Rivela una potenza di frutti rossi e tannini, elegantemente padroneggiata dalla sua struttura avvolgente e adornata da un bouquet di spezie che lo rendono prezioso, appunto, come un rubino.

Quella a La Staffa è stata una giornata alla riscoperta dei territori del Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico, conclusasi a suon di grande ospitalità, buon mangiare e un’ultima visita alla cantina. L’ordine e il rigore che contraddistingue La Staffa non sono solo percepibili nella pulizia dei vini, nelle vasche di cemento appena restaurate e nella cura del vigneto da cui si gode della splendida ed imponente vista su tutta la vallata. Sono anche le caratteristiche di cui può fregiarsi un ristoratore decidendo di aggiungere alla propria carta vini le etichette de La Staffa. Un modo per ricordare ai propri clienti il pregio di una terra come quella dei Castelli di Jesi.

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