Biagio in Viaggio – Crespaia

vista dall'azienda agricola Crespaia

Tra terra e mare, in Località Prelato (l’insediamento collinare settecentesco nei pressi di Fano), l’Azienda biologica a conduzione familiare “Crespaia” coltiva Bianchello e Sangiovese, inserendosi nella produzione delle due DOC di questo territorio: il Bianchello del Metauro DOC e il Colli Pesaresi Sangiovese DOC.

L’azienda è composta da quattro persone: Rossano, il proprietario e produttore; sua figlia Cecilia che, oltre ad affiancare attivamente il padre si occupa di marketing, export ed eventi; Andrea che gestisce la vigna e Shayle l’enologa.

Crespaia: tra la cresta (dell’onda) e l’aia (contadina)

Crespaia sorge a 3 km dal mare ad un’altitudine di 150 metri e questa particolare vicinanza al Mar Adriatico dona ai vini dei caratteri unici.

Le vigne, tutte in collina e rivolte da Sud a Nord, vengono attraversate dolcemente dai venti marini. Ed è proprio da questa conformazione territoriale che prende vita il nome “Crespaia”: tra la cresta dell’onda del mare, che dona ai vini salinità e l’aia contadina, che protegge i vigneti dai venti.

Terra e mare si uniscono così in una continua dialettica ambivalente, tutta marchigiana.

“I prodotti di Crespaia non sono solo vini da consumare, ma condivisione” – spiega Cecilia, produttrice di Crespaia con cui abbiamo chiacchierato nella sua tenuta davanti ad un calice del suo Bianchello del Metauro DOC 2022 – “Il vino è vivo perché cambia nel tempo e fa cambiare le persone, le rende vive e fa parlare sempre di sé stesso. È proprio questa la parte più bella di questo mondo”.

La prima vendemmia nel 2011 ha regalato le sue prime gioie, tutte biologiche. L’azienda è infatti da sempre rivolta alla produzione biologica, con uno sguardo alla sostenibilità territoriale intesa come sostenibilità ambientale unita alla difesa del territorio. Un territorio, questo, sfortunatamente ancora troppo poco conosciuto.

Vitigno Bianchello

I valori e i prodotti di Crespaia

Niente vino sfuso ma solo bottiglia. Niente vendemmia meccanica ma solo manuale. Niente tappo in sughero ma solo tappo stelvin. Queste sono le scelte dell’azienda, che si muove all’interno del mercato del vino attraverso la parola d’ordine: qualità (e non quantità). In cantina si rispettano tutti i passaggi produttivi, senza ricorrere a pozioni magiche per far sì che il vino venga “buono”. Il tappo stelvin garantisce vini freschi, che si bevono con grande gioia a tutto pasto. Questa sapienza contemporanea affonda le proprie radici nella tradizione vitivinicola e permette processi di vinificazione puliti e l’utilizzo di poca solforosa. Il prodotto che ne deriva è un prodotto che beneficia del (e il) territorio, trasversale, duttile, giocoso, che copre tutto il pasto.

Il Bianchello di Crespaia si esprime con note sapide e si rivela fresco con accenni minerali evidenti. La presenza di indizi aromatici come erbe mediterranee, camomilla e gelsomino, fa del Bianchello un vitigno elegante, che interpreta meglio sé stesso se raccontato in freschezza.

La degustazione dei prodotti di Crespaia è proseguita assaggiando il Colli Pesaresi Sangiovese DOC “Nerognolo”: il Sangiovese di Crespaia caratterizzato da zero tannini, grande bevibilità e freschezza. Un rosso, questo, dalle mille possibilità di abbinamento e facile da bere a tutto pasto. Ottimo in abbinamento a tutti i piatti della cucina marchigiana: dal brodetto di pesce con pomodoro alla pasticciata alla pesarese. Un vino che non mette mai in crisi.

La punta di diamante dell’azienda Crespaia però è sicuramente il Bianchello del Metauro DOC Superiore “Chiaraluce”. Recentemente abbiamo assaggiato il 2016 che si è dimostrato in perfetta forma tanto da paragonarlo ad uno Chablis per la sua finitura e ad un Riesling per i suoi sentori idrocarburati. Un vino che, anche grazie alla sua chiusura attraverso il tappo a vite, si conserva perfettamente, con un potenziale evolutivo che può addirittura arrivare al decennio.

Un Bianchello che dura dieci anni ha il merito di dare lustro alla DOC “Bianchello del Metauro” ed è il segno di un territorio, ingiustamente bistrattato, che ha qualcosa di bello da raccontare.

Grazie a realtà come Crespaia e, per esempio, al Ristorante “Nostrano” di Stefano Ciotti che crede nei prodotti del territorio e che possiede una verticale di Chiaraluce, questa DOC, questo territorio e le Marche in generale stanno riscoprendo una nuova età dell’oro.

Crespaia come ambasciatrice di “Bianchello” e “Marche”…questi (ancora) sconosciuti

Nonostante l’elevata qualità dei prodotti di Crespaia e delle altre aziende in cui crediamo e che abbiamo inserito all’interno del nostro catalogo, questo territorio rimane ancora troppo poco conosciuto. “Bianchello” e “Marche” sono ancora due parole che ricordano ai consumatori una zona che “costa poco”. Un problema tutto marchigiano e legato alla denominazione del Bianchello che ancora non trova la giusta attenzione da parte del consumatore. Nonostante infatti bere Bianchello oggi, grazie ad aziende come Crespaia, significa bere di qualità, purtroppo questa zona ancora non trova il giusto riconoscimento se non all’estero.

Il compito portato avanti da aziende come Crespaia è quello di divulgare il più possibile la qualità dei prodotti, allo scopo di far conoscere un territorio che merita all’interno del panorama vitivinicolo internazionale. Avere all’interno del nostro catalogo aziende che si mobilitano in questo modo è un grande motivo di orgoglio poiché ci rende ambasciatori, assieme ai produttori, di questo splendido panorama di terra e mare e ci permette di partecipare alla crescita del territorio che ci appartiene. Una zona ancora poco conosciuta ma altamente performante e riconoscibile, di cui avere qualche referenza all’interno della propria carta vini.

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